Cyberbulli per gioco
Al vaglio della Procura minorile esiste in questi giorni un caso di bullismo attuato con il cellulare, molto pericoloso.
Si tratta di un gioco ideato da un gruppo di ragazzini che avrebbero preso di mira una loro compagna di scuola, “eleggendola” a sua insaputa, ragazzina portatrice di virus.
Il gioco attribuisce dei punteggi, (dunque dei premi) a chi riusciva ad evitarla e ad emarginarla. Viceversa, se qualcuno di loro per caso avesse toccato la ragazzina, virtualmente portatrice di virus, gli venivano decurtati dei punti.
Hanno denigrato la ragazzina, provocando dolore, per puro divertimento.
Caratteristiche del cyberbullo.
Il cyberbullo non vede il dolore e i danni, anzi si diverte.
Una scarsa attenzione della famiglia fa cadere anche soggetti deboli nell’influenza di chi agisce da bullo o lo fa rendere simile.
Purtroppo il cyberbullismo è un fenomeno sociale che si sta imponendo come manifestazione tipica della criminalità minorile.
Analizziamo il cyberbullismo.
Perché succede tutto questo?
In prima battuta, fatti di questo tipo accadono perché il mondo virtuale viene ancora percepito da molti (tanto giovani quanto adulti) come un qualcosa di altro e di diverso dal mondo reale.
L’insulto scritto in rete è ancora drammaticamente (ed erroneamente) percepito dai più come un qualcosa di leggero, di non perseguibile.
I giovani sono spesso sprovvisti dei mezzi per capire e analizzare i pericoli di un mondo virtuale in costante mutamento, che corre e cambia a ritmi vertiginosi.
E gli adulti, che dovrebbero essere i loro punti di riferimento, i primi artefici della loro formazione e responsabilizzazione in tal senso, sono sovente altrettanto impreparati.
Vogliamo dire civicraticamente ai genitori: partecipate alla vita social dei figli, non ignorate le loro attività online e i luoghi virtuali che frequentano.
Sarebbe ben strano che il genitore di un adolescente di tredici anni lo lasciasse uscire da solo per ore, ogni giorno, senza chiedersi dove va e con chi, cosa fa.
Ebbene, nel web è la stessa cosa.
Alfabetizzazione digitale a tappeto.
L’alfabetizzazione deve certamente riguardare i giovani e i giovanissimi. L’alfabetizzazione digitale, però, deve riguardare anche genitori e insegnanti.
La creazione di un modello educativo sano tramite le nuove tecnologie, è la grande sfida del prossimo futuro.
È, assolutamente necessario che famiglia e scuola operino come team affiatato e formino i giovani in tal senso: “Educazione Civica Digitale” nell’ambito dell’Educazione Civica.
La Famiglia e la Scuola
Dunque, per avere una generazione di giovani consapevoli dei mezzi che utilizzano, bisogna innanzi tutto formare degli adulti consapevoli, adulti che devono essere messi nella condizione di “padroneggiare” le nuove tecnologie e di capirne appieno tanto le enormi potenzialità quanto i pericoli che nascondono.
Rosaria Salamone, Avvocato.
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