TESI DEL SOCIOLOGO HAIDT
Il sociologo statunitense Jonathan Haidt ha recentemente pubblicato un libro dal titolo The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness, sugli effetti degli smartphone e dei social network sulla salute mentale dei giovani.
In particolare evidenzia l’incremento dei livelli di depressione, autolesionismo, ansia tra gli adolescenti a partire dal 2010 con l’incremento dell’utilizzo degli smartphone e dei social network.
Haidt afferma che la rapida diffusione degli smartphone e la prevalenza di un modello di genitorialità iperprotettivo abbiano provocato una progressiva riduzione del tempo trascorso dai giovani offline. Questa condizione sarebbe la causa di una sorta di «ri-cablaggio» delle connessioni sinaptiche durante l’infanzia e l’adolescenza e di un conseguente aumento delle malattie mentali.
Questa tesi è condivisa da alcuni genitori che cercano di limitare l’utilizzo dei dispositivi elettronici da parte dei loro figli più piccoli, non condivisa da altri che la ritengono infondata, mentre alcuni invece pensano che limitare i figli nell’uso dello smartphone possa di fatto costringerli a vivere un’infanzia diversa e alienante rispetto a quella dei loro coetanei che ce l’hanno.
Tendenze simili sono state riscontrate nello stesso periodo di tempo anche in altri paesi, tra cui Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, paesi scandinavi e altri paesi in Europa, inclusa l’Italia.
INCREMENTO STATISTICO DEI PROBLEMI DI SALUTE MENTALE
L’aumento statistico dei problemi di salute mentale è un fenomeno di cui si parla ormai da anni in termini di «epidemia» e «crisi nazionale». Negli Stati Uniti i livelli di ansia e depressione, rimasti abbastanza stabili negli anni Duemila, secondo diversi studi citati da Haidt sono cresciuti di oltre il 50 per cento dal 2010 al 2019.
La percentuale di suicidi è aumentata del 48 per cento nella fascia di età compresa tra 10 e 19 anni: tra le adolescenti dai 10 ai 14 anni, in particolare, è aumentata del 131 per cento.
Altre statistiche condivise da Haidt indicano anche un aumento della solitudine e una riduzione delle amicizie tra gli adolescenti a cominciare dai primi anni Dieci del Duemila, e un parallelo peggioramento dei risultati scolastici nella lettura, nella matematica e nelle scienze, negli Stati Uniti e in altri paesi membri dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
Haidt sostiene l’internazionalità del fenomeno, e i dati mostrano che le malattie mentali tra i giovani sono cominciate ad aumentare notevolmente e un po’ dappertutto con il passaggio dai telefoni cellulari agli smartphone, e con il progressivo trasferimento online di gran parte della vita sociale dei ragazzi e delle ragazze, su piattaforme di social media per di piùprogettate per generare dipendenza.
La possibilità di avere Internet a portata di mano giorno e notte, secondo Haidt, ha condizionato le esperienze quotidiane e i processi di sviluppo degli adolescenti a tutti i livelli: amicizie, sessualità, sonno, esercizio fisico, studio e relazioni familiari. Il cambiamento ha interessato anche i bambini più piccoli, che hanno cominciato ad avere accesso agli smartphone dei genitori e poi a possedere iPad e altri dispositivi già durante la scuola elementare. Nel 2011 soltanto il 23 per cento degli adolescenti negli Stati Uniti possedeva uno smartphone: nel 2015 la percentuale era salita al 73 per cento.
Un recente sondaggio della società Gallup indica che gli adolescenti statunitensi trascorrono circa cinque ore al giorno soltanto sulle piattaforme di social media (incluso il tempo trascorso a guardare video su TikTok e YouTube). Se si includono tutte le altre attività svolte interagendo con uno schermo, il numero di ore sale a una media compresa tra sette e nove ore al giorno.
REGOLE DA INTRODURRE CON URGENZA NELLE COMUNITA’
L’introduzione urgente di quattro regole condivise nelle comunità, stando ai risultati di ricerche preliminari condotte in alcune scuole, può secondo Haidt portare in due anni al miglioramento sostanziale della salute mentale dei giovani. La prima è vietare l’uso dello smartphone prima del liceo, cioè prima dei 14 anni. Un’altra è vietare di aprire account sui social media prima dei 16 anni. Dovrebbe poi essere vietato utilizzare lo smartphone a scuola, sia durante le lezioni che durante le pause. E infine i genitori dovrebbero concedere ai propri figli più indipendenza e libertà di giocare senza supervisione, e affidare loro maggiori responsabilità (chiedendo di sbrigare commissioni o di prendersi cura di altre persone, per esempio).
NON LASCIAMOCI FUORVIARE DA CHI FA DISINFORMAZIONE
Sono state sollevate obiezioni alle tesi di Haidt soprattutto da coloro che fanno disinformazione.
Come fattori alla base del costante aumento dei suicidi negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti diversi ricercatori citano spesso diversi fenomeni: l’accesso alle armi, l’esposizione alla violenza, la discriminazione strutturale, il razzismo, il sessismo, gli abusi, l’epidemia di oppioidi, le difficoltà economiche e l’isolamento sociale. Secondo altri studiosi influiscono anche fenomeni come le sparatorie nelle scuole, la crisi finanziaria del 2008 e il riscaldamento globale.
La contro-obiezione di Haidt è che, sebbene questi eventi possano aver contribuito alla crisi in alcuni Paesi, nessuno è in grado di spiegare né i tempi né la portata internazionale del fenomeno. «Non riesco proprio a vedere un percorso causale attraverso cui le sparatorie nelle scuole americane, la disuguaglianza o il razzismo avrebbero indotto le ragazze in Australia a cominciare improvvisamente ad autolesionarsi o a suicidarsi nello stesso momento in cui hanno cominciato a farlo le ragazze americane», ha scritto Haidt.
Haidt ha inoltre citato 16 studi e otto esperimenti di psicologia e ha contestato l’idea che la sua spiegazione sia semplicistica e basata su un unico fattore, perché riguarda invece due fattori principali – la fine dell’infanzia basata sul gioco e l’ascesa dell’infanzia basata sullo smartphone – che hanno a loro volta molteplici cause.
Annunziata Patrizia Difonte, Medico
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