Violenza contro le donne e violenza domestica: il Consiglio concorda la sua posizione su un progetto di direttiva dell’Unione Europea
Attualmente nessuno strumento giuridico affronta specificatamente la violenza contro le donne e la violenza domestica a livello dell’Unione Europea.
Il Consiglio ha però appena definito il 9 giugno 2023 la sua posizione (orientamento generale) su una proposta di direttiva per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.
La violenza contro le donne e le ragazze è una macchia per la nostra società. Questo progetto di direttiva conferma fermamente l’azione dell’UE volta a garantire che reati quali le mutilazioni genitali femminili, lo stalking online e le molestie online non restino impuniti e che le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica ricevano l’assistenza e la protezione necessarie.
Configurazione come reato delle mutilazioni genitali femminili e della violenza online
La nuova direttiva configurerà i seguenti reati nell’UE:
- mutilazioni genitali femminili
- stalking online
- molestie online
- condivisione non consensuale di materiale intimo o manipolato
- istigazione all’odio o alla violenza online
Per quanto riguarda questi reati la proposta contiene disposizioni relative alle sanzioni, alle circostanze aggravanti, alla giurisdizione e ai termini di prescrizione.
Le mutilazioni genitali femminili, ad esempio, devono diventare punibili in tutti gli Stati membri con una pena che arriva nel massimo almeno a 5 anni di reclusione.
Procedure di denuncia sicure
La direttiva stabilisce norme minime riguardanti i diritti delle vittime e la protezione e l’assistenza delle vittime.
Quando una vittima di violenza sessuale o di violenza domestica, ad esempio, entra per la prima volta in contatto con un’autorità, deve essere valutato il rischio rappresentato dall’autore del reato o indagato. Su tale base, le autorità dovrebbero prevedere misure di protezione adeguate. Tali misure potrebbero comprendere misure urgenti di allontanamento e ordinanze restrittive od ordini di protezione.
Gli Stati membri devono anche provvedere affinché le vittime possano denunciare atti di violenza contro le donne o di violenza domestica attraverso canali accessibili e di facile utilizzo; può rientrare in questo la possibilità di segnalare tali atti online e la possibilità di presentare elementi di prova online.
Vita privata delle vittime e diritto al risarcimento
Gli Stati membri devono anche garantire che le prove relative al comportamento sessuale passato della vittima siano consentite solo se pertinenti e necessarie.
Le vittime devono avere il diritto di chiedere all’autore del reato il risarcimento integrale dei danni. Devono poter ottenere una decisione di risarcimento nel corso del procedimento penale, se del caso.
Linee di assistenza telefonica e centri anti-stupro
Gli Stati membri saranno anche tenuti a fornire servizi dedicati, quali i centri anti-stupro, per assistere le vittime di violenza sessuale. Devono inoltre mettere a disposizione una linea di assistenza telefonica nazionale gratuita, che le vittime possano raggiungere 24 ore su 24.
Contesto e prossime tappe
La violenza contro le donne e le ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più sistematiche e comuni a livello mondiale. Nell’UE una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale, per lo più da parte di partner intimi (dati del 2014). Secondo i dati, nel 2020 una ragazza su due è stata vittima di violenza di genere online.
Auspichiamo ora un celere sviluppo in Unione Europea e negli Stati. La tutela dei diritti delle donne è già al centro del Modello di partecipazione sociale della Macroregione Mediterranea e del Modello Civicratico di Stato attento alla difesa dei diritti.
Eleonora Aleo
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