Immaginate, per pochi minuti, di perdere le vostre capacità psico-cognitive. Ed essere dipendenti dagli altri. La vita dei sofferenti psichici non è facile. E se si considera che in seguito alla pandemia i pazienti psichiatrici non potevano accedere nemmeno ai centri ambulatoriali diurni e restavano in balia delle proprie ansie, paure, e dei propri deliri, la situazione si complica. Ma non è tutto. Proprio coloro, infatti, che dovrebbero essere degni di maggiore tutela e attenzione, finiscono per divenire preda del marcio, e corrotto, sistema.
In che modo?
IL DIFENSORE CIVICO (A.N.D.C.I)
L’Avv. Giuseppe Fortunato, Difensore Civico della regione Campania, ha denunciato una situazione estremamente delicata che rende vittime coloro che vivono, più di ogni altro soggetto, un enorme disagio sociale. “Ho avuto modo di constatare come le prestazioni di residenzialità psichiatrica vengano esternalizzate a favore di operatori privi di accreditamento istituzionale” – dichiara il Difensore Civico campano. – “E’ risultato che la residenzialità psichiatrica sia stata reiteratamente assegnata, oltre che a soggetti privi di competenze e titoli, anche attribuendo risorse finanziarie pubbliche in misura superiore del trattamento sanitario prescritto per le strutture accreditate e autorizzate”.
SOLUZIONI
Eliminare le garanzie e aumentare i costi: insomma per i poveri sofferenti psichici una realtà fatta di soprusi e di assenza di forme di tutela nel rispetto della dignità umana. “Attraverso una serie di verifiche – prosegue, ancora, l’Avv. Fortunato – ho potuto rinvenire come in struttura non accreditata vi fosse un numero di posti eccedente a quanto previsto. Rilevata, ergo, la violazione del diritto alla salute, e dei correlati livelli essenziali di assistenza” – conclude – “ho richiesto ai rappresentanti legali delle amministrazioni interessate di provvedere, tempestivamente, nel garantire il rispetto delle normative vigenti, muovendosi in senso corretto e opposto alla consolidata prassi illecita. E l’adozione di atti volti al rispetto della normativa”.
Valeria Garbin
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