Un argomento sempre molto dibattuto ed attuale, riguarda la scarsa capacità delle istituzioni Italiane ad utilizzare i finanziamenti dell’ Unione Europea.
Il sentimento più diffuso tra i cittadini, è che ci appropriamo di una parte dei Fondi Europei, per realizzare opere che non serviranno praticamente a nulla, se non ad alimentare una fitta rete di azioni corruttive.
In pratica al solo fine di mantenere in essere un modello organizzativo di sistema, obsoleto e dannoso, che altrimenti si sgretolerebbe.
In realtà, vista dal di fuori ai nostri confini, la situazione è ben più grave.
Una quota sempre più rilevante dei Fondi messi a disposizione, non vengono nemmeno resi utilizzabili per l’incapacità dei funzionari tecnici degli Enti, ad elaborare progetti idonei ai Bandi che la Comunità Europea attiva.
Infatti a due anni dalla chiusura dell’attuale programmazione, l’Italia è riuscita ad utilizzare soltanto il 17% delle risorse: circa 12 miliardi di euro su una spesa totale prevista di quasi 76 miliardi
Per il periodo 2021-2027, saranno disponibili ingenti risorse rivolte all’implementazione di programmi atti alla preservazione, tutela e promozione del patrimonio naturale.
Le Istituzioni Comunitarie in base al Regolamento del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (FC), premieranno tutti quei soggetti coinvolti nella soluzione di problemi ambientali o sociali.
L’Italia, come rivelato in una recente inchiesta di Report, ha enormi criticità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti industriali ed antropici, altamente tossici.
Il SUD, ha fatto da apripista criminoso, ad una modalità molto semplice di smaltimento, noto nel mondo come “La Terra dei Fuochi”, cioè ammassare tutto in discariche abusive o più o meno autorizzate, e poi affidare i rifiuti al fuoco quando i depositi stavano “scoppiando”.
Sembra dall’inchiesta giornalistica, che questo metodo si stia diffondendo anche al Nord.
Il riflesso sulla salute dei cittadini di questo modo molto “naif” di gestire trattamento e smaltimento dei rifiuti tossici è disastroso.
In tale campo, viceversa, la Comunità Europea mostra grande sensibilità aprendo appunto in maniera significativa i cordoni della borsa.
Sulla base di ogni esperienza passata come possiamo credere di poter invertire la rotta senza cambiare il modello di governance???
La Macroregione Mediterranea, così come costituita a Napoli il 9 dicembre 2018, è sicuramente il migliore strumento per raggiungere questi obiettivi.
Noi abbiamo bisogno di una definitiva inversione di rotta, implementando un progetto globale di sviluppo della nostra società, che riesca a promuovere la crescita del PIL, attraverso attività produttive assolutamente sostenibili, contemporaneo ad una qualità della salute buona per tutti.
La Macroregione Mediterranea esprime in sé tutti i principi cardine che da alcuni anni il movimento “CIVICRAZIA” diffonde tra i cittadini.
Secondo questi principi essa sarà governata da persone altamente competenti per ogni ambito d’azione, animate da sincera passione per il bene comune e di chiara ed indiscutibile moralità.
Gli strumenti operativi che CIVICRAZIA ha messo a disposizione dei cittadini in questi anni sono diversi
Uno su tutti è l’Istituto del Difensore Civico.
E’ GIUNTO IL MOMENTO DI PRETENDERE LA NOMINA DI UN DIFENSORE CIVICO NAZIONALE!!!!
0 commenti