Giu 23, 2018 | Notizie | 0 commenti

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LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE HA ANCORA BISOGNO DELLE PERSONE?

All’ultimo Forum della Pubblica Amministrazione 2018, la discussione che più ha avuto risalto è stata sicuramente quella sulla digitalizzazione delle PA. Uno degli attori principali, il quale ha svolto un ruolo di incontestabile rilievo nell’ultimo anno per lo sviluppo, la crescita e la conoscenza del mondo digitale applicato alle PA, è stato sicuramente Luca Attias, CIO della Corte dei Conti.

Il suo refrain durante tutto il Forum è stato: “La trasformazione digitale nella PA deve permeare l’organizzazione e la gestione delle persone, ma per ora nessuno sa cosa sia il CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale), chi sia Piacentini o cosa siano i soft skills”. La realtà italiana appare quasi completamente impermeabile al cambiamento e all’ormai improrogabile switch digitale ed il suo giudizio rimane fondamentalmente pessimista: “I piani e le leggi – dal decreto 39/1993 al CAD – da almeno 25 anni dicono che ogni PA deve avere un CIO, con forti competenze tecnologiche e manageriali, e darsi un’organizzazione dell’IT strutturata e pronta alla trasformazione digitale. Il problema è che delle 12mila amministrazioni pubbliche almeno 11.500, se non di più, non possono seguire questo approccio, non saranno mai in grado di farlo, e di questo dobbiamo prendere atto”.

Allo stesso tempo, Luca Attias cerca di attutire lo shock procurato mettendo in evidenza qualche possibile soluzione: “Però (le PA) non devono essere costrette a gestire data center, sviluppare applicazioni, acquistare e costruirsi la propria informatica. Debbono utilizzare servizi, magari in cloud, che qualcuno – possibilmente delle strutture centrali o regionali, con sufficiente massa critica e innovative – gli mette a disposizione. Questo è un punto chiave, non è tanto un problema di budget e risorse, ma di riequilibrio rispetto a una situazione in cui da una parte si danno ad Agid o Consip funzioni assolutamente sovradimensionate rispetto all’organico, dall’altra abbiamo enti pubblici inutili con migliaia di persone, che non hanno una missione”.

Oltre alla decentralizzazione dei servizi digitali, uno dei problemi maggiori è quello della consapevolezza e dunque il CIO della Corte dei Conti si sofferma sulla necessaria divulgazione di una conoscenza digitale: “Il punto di partenza è la divulgazione della consapevolezza delle potenzialità della digitalizzazione nella società, e in particolare tra i dipendenti pubblici. Con la SNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione) e il Team Digitale abbiamo strutturato dei corsi di trasformazione digitale: non sono corsi tecnici, sono divulgativi. Anch’io ne tengo uno, e in questa esperienza, ma anche girando nelle PA, per convegni e nelle università, ho constatato che di trasformazione digitale della PA si sa ben poco”.

Un ulteriore scoglio è dato dalla normativa di inquadramento dello Smart Working, termine con cui si intende “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultatisi (definizione dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano). Luca Attias sostiene che “alla fine avremo (come per il CAD) la norma più avanzata al mondo sullo Smart Working ma non lo praticheremo”. E conclude: ” Oggi la PA italiana è l’unico posto del mondo dove lo Smart working non decolla. Nonostante i convegni e i corsi di formazione”.

Tra le conclusioni del Forum delle PA c’è anche una richiesta per il nuovo Governo: la costituzione di un “Ministro del futuro a cui affidare la costruzione di un progetto di futuro condiviso e partecipato per orientare le scelte di singoli, famiglie e aziende verso uno traguardo comune”. Ma il Forum non ha però risposto all’unica domanda che riecheggia continuamente dentro le PA di tutta Italia: “Noi, persone umane, cosa faremo quando tutto sarà automatizzato, come occuperemo il nostro tempo?” Forse è questo il motivo per cui le PA non si decidono a digitalizzare. Si tratta sicuramente di un grande problema che nessuno sembra voler affrontare. E mentre il sito della Camera dei Deputati resta ancora aggiornato sulla vecchia legislatura, continuiamo a usufruire di servizi scadenti e farraginosi. Ai posteri…

 

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