Lug 26, 2020 | Battaglie | 0 commenti

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LA SFIDA IN CORSO PER APRIRE LE PORTE AI CITTADINI DI ELIO ALIPERTI

Spesso sentiamo parlare di “Principi Civicratici” e quindi è opportuno spiegare brevemente cosa si intende con il concetto di rivoluzione Civicratica quale strumento per l’affermazione dei suddetti principi nei rapporti tra cittadini e amministratori pubblici.
Civicrazia è una coalizione di cittadini e di Associazioni che hanno deciso, accantonando qualsiasi tipo di faziosità, di creare una sinergia per raggiungere un obiettivo condiviso, cioè la democrazia compiuta in cui i diritti sono realmente tutelati e il cittadino è a tutti gli effetti protagonista della vita pubblica. La partecipazione, prevista anche nella Costituzione, non è un termine astratto ma uno strumento di condivisione nella vita pubblica delle società democratiche, attraverso la collaborazione e l’intervento diretto dei cittadini al funzionamento degli organi di governo o di determinate istituzioni, mediante l’esercizio del diritto di voto e di altri diritti loro riconosciuti. Il perseguimento di forme di democrazia partecipativa, è un obiettivo irrinunciabile soprattutto per aumentare il livello di condivisione delle scelte politiche. Partecipazione ovviamente non solo nelle procedure amministrative che riguardano la pianificazione e la programmazione, ma anche nelle decisioni politiche. Questa co-decisione, comporta una mutazione del ruolo del cittadino, rendendolo attore comprimario nel processo decisionale di e non un semplice destinatario. Il baluardo dell’applicazione di tali principi non può non essere il Difensore Civico della Regione Campania per un motivo molto semplice: sulla sua stessa pelle, ha provato la mortificazione dell’ingiusta esclusione nella copertura di quella posizione, alla quale si dovrebbe accedere in maniera “oggettiva” a seguito della presentazione di titoli e meriti e non per valutazioni “soggettive” che hanno come unica fonte l’appartenenza al “gruppo di amici” che gestisce il potere pubblico. Sono stati necessari otto anni di sentenze e ricorsi per far valere un principio: la meritocrazia deve essere l’arma vincente per affidare degli incarichi pubblici. E’ evidente quindi che la Regione Campania non è particolarmente avvezza a garantire equità e giustizia per tutti i cittadini se non adottando criteri poco trasparenti. Un’ulteriore conferma ci è pervenuta attraverso l’esame di quanto accaduto in alcuni Comuni nei quali il “mal digerito” Difensore Civico sta tentando di ripristinare la legalità. Da un esame accurato degli Statuti dei 550 Comuni, è emerso che la maggior parte di essi non hanno emanato il Regolamento per la Disciplina degli istituti e degli organismi di partecipazione popolare. Per questo motivo, dall’ufficio del Difensore Civico sono partite più di 200 richieste di adeguamento alla normativa prevista in materia, nel pieno rispetto della procedura prevista dal Testo Unico degli Enti Locali. L’art. 136 del citato d.lsg. 240/00, riconosce in capo al Difensore Civico regionale la funzione sostitutiva, che può essere esercitata dopo che l’Ente sia stato invitato a provvedere entro un congruo termine nel rispetto di quelle garanzie procedimentali ispirate ai principî di sussidiarietà e di leale collaborazione che costituiscono la salvaguardia dell’autonomia dell’ente locale. Il congruo termine è decorso abbondantemente per cui in alcuni Comuni è scattata la nomina del Commissario ad Acta, e tra questi, il Comune di Sassano in provincia di Salerno. In pochi giorni, il Commissario è stato capace di redigere e far approvare il primo vero Regolamento all’avanguardia, una sorta di “pilota” da adottare in tanti altri Enti locali ed un vanto per chi condivide i principi civicratici. Sia chiaro che avere un buon Regolamento per la partecipazione pubblica, vuol dire offrire ai cittadini uno strumento per partecipare alle scelte che hanno riflesso sull’intera comunità, sia in termini di programmazione che di sviluppo. Maggiori sono le occasioni di condivisione delle scelte politiche ed i suggerimenti che, in virtù della sussidiarietà orizzontale, possono arrivare direttamente dai cittadini e migliore sarà l’esito delle scelte operate. Ebbene, se pur considerata una soluzione con innumerevoli aspetti positivi, noncurante della volontà dei cittadini il Sindaco di Sassano ha ritenuto opportuno ricorrere al TAR di Salerno adducendo che, se il Difensore Civico accerta che l’atto per il quale è stato sollecitato il suo intervento sia un atto dovuto o omesso illegittimamente, ha l’obbligo di chiedere al Presidente della giunta regionale, cioè all’organo politico, la nomina di un Commissario ad acta per l’adozione dell’atto stesso. Il TAR ha comunque accolto il ricorso pur affermando la grave inadempienza del Sindaco del Comune di Sassano. Inutile a dirsi, il Presidente della Regione Campania, che non vedeva l’ora per una rivincita, ha immediatamente fornito supporto al Sindaco di Sassano, senza spiegare come mai, se la competenza a commissariare un Comune inadempiente spetta al lui, tali commissariamenti non hanno mai avuto luogo? La funzione del Difensore Civico è quella di tutelare i cittadini ed è per questo che avverso la decisione del TAR è stato promosso il ricorso al Consiglio di Stato, perché alla fine, gli unici sconfitti in questa storia sono proprio quei cittadini che rappresentano l’ultimo dei pensieri di una politica cieca, autoreferenziale ed usurpatrice del ruolo che spetta al popolo: la Sovranità
Si continuerà quindi a combattere, perché la giustizia dovrà trionfare e le porte delle Amministrazioni Pubbliche devono essere aperte ai cittadini, attraverso l’utilizzo degli Organi e degli Istituti sapientemente individuati dal Commissario ad Acta nel Regolamento proposto al Comune di Sassano.

Elio Aliperti

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