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L’AQUILA UN ANNO DOPO IL TERREMOTO

L’Aquila. 6 aprile 2009. Ore 3.32. Una scossa di magnitudo 6.3 della scala Richter rompe il silenzio della notte e cambia per sempre la storia di una città. Secondi, attimi di puro terrore.
Tra le macerie ed i crolli non si può cercare un colpevole, perché non esiste, ma si deve cercare di fare il più possibile per non trascurare la situazione di emergenza che ancora vivono migliaia di persone. Sono i sopravvissuti che hanno perso parenti, casa, lavoro, soldi, ricordi di una vita, e che ogni giorno affrontano una sofferenza difficile da spiegare a chi non la sta vivendo. Storie di un dolore drammatico che non si cancellerà mai.
Tanto è stato fatto, ma tantissimo c’è ancora da fare. Per le migliaia di persone che sono ancora ospitate negli alberghi o nelle cosiddette “casette” realizzate a tempo di record.
Le domande negli occhi dei bambini e le lacrime degli adulti ci devono ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che l’emergenza non è terminata.
Civicrazia, nell’anniversario del terremoto che ha distrutto l’Abruzzo e l’Italia intera, vuole ricordare le 308 vittime del terremoto e gli oltre 1600 feriti, con un monito affinchè si continui a lavorare senza sosta alla ricostruzione, lasciando che le polemiche non penalizzino le vere vittime di questa tragedia, i sopravvissuti.
Gli aquilani voglio riappropriarsi della loro Terra, del cuore delle loro città, della loro identità ferita, e ci auguriamo che le promesse dei politici e le tante dichiarazioni di solidarietà si trasformino in opere concrete e ad utilizzo dei cittadini.

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