Da uno studio condotto dall’associazione no profit Comunicazione Perbene, impegnata nella tutela della comunicazione nei media, emerge che oltre 38 ore nella programmazione delle maggiori emittenti televisive italiane sono investite da liti, offese e prevaricazioni. Il dato sorprendente è che l’aggressività di questi toni non caratterizza unicamente reality o talk-show ma anche Tg e programmi d’informazione. Dall’analisi emerge che i toni diventano ancora più aspri laddove i protagonisti sono esponenti politici.
L’influenza di questa comunicazione così irruenta è preoccupante soprattutto riguardo i giovani, molto esposti alle influenze dei mass-media. Il rischio diventa quello di arrivare a considerare normali forme di comunicazione violente e aggressive. Nel rispetto dei diritti del cittadino a forme d’espressione contenute e rispettose, in piena sintonia con la tutela del civis propugnata da CIVICRAZIA, è necessario mirare ad un confronto comunicativo pacato.
Infatti come afferma Luca Borgomeo, presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Agcom: “ Abbiamo più volte invitato le emittenti ad abbassare i toni. Ma la voglia di scalare l’audience a suon di urla sembra più forte. C’è però tanta gente che apprezza la pacatezza e il sereno confronto" .
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