DIVERSITA’ TRA OLIGARCHIA E DEMOCRAZIA PARTECIPATA
OLIGARCHIA
La parola oligarchia deriva dal greco antico olígoi (??????) = pochi e arché (????) = comando/governo; ossia “governo di pochi”. L’oligarchia è un regime politico ed un governo, caratterizzato dalla concentrazione del potere effettivo nelle mani di poche persone.
Il termine oligarchia non indica una specifica forma di stato o di governo o un insieme di istituzioni, ma soltanto che il potere è detenuto da un gruppo ristretto tendenzialmente chiuso, omogeneo, coeso e stabile, che lo esercita nel proprio interesse. In questo senso può essere usato anche al di fuori della politica e si può parlare ad esempio di oligarchie economiche, finanziarie, burocratiche, militari, ecc.
Oggi sono quasi scomparse le forme di governo in cui si accede al potere per nascita (cioè le aristocrazie in senso dinastico).
I componenti del gruppo oligarchico sono oggi legati tra loro da vincoli di altro tipo: di interesse, di appartenenza a un determinato corpo di pubblici ufficiali (militari, funzionari) o a un gruppo politico che ha conquistato il potere.
DEMOCRAZIA PARTECIPATA
La democrazia partecipativa permette il coinvolgimento dei Cittadini nella vita politica e il loro pieno ruolo per accesso agli Organi decidenti e ai processi decisionali.
Nel corso della storia, sono state formulate diverse teorie attorno al concetto di partecipazione.
Sulla base del Vademecum del Comune di Anderlecht (Vademecum, 2013) si possono distinguere 5 gradi di partecipazione:
La trasparenza e l’informazione dei cittadini: il passaggio d’informazione da parte del potere pubblico verso i cittadini contribuisce a rendere chiare le politiche pubbliche.
Lo scopo è quello di facilitare la comprensione e l’appropriazione dei progetti degli Enti da parte dei suoi abitanti.
L’informazione riguarda generalmente le finalità dei progetti, il pubblico interessato, i vincoli tecnici, le scadenze e gli eventuali limiti.
I cittadini non sono coinvolti nell’elaborazione del progetto, né nel processo decisionale. Questo livello è condizione primaria e necessaria, alla base di un processo partecipato, per garantire la reciprocità della comprensione.
La consultazione dei cittadini: processo di comunicazione che mira a raccogliere le opinioni della popolazione riguardo un progetto e lascia libera l’autorità locale di prendere in considerazione gli elementi che ritiene pertinenti. In alcuni casi obbligatoria per legge, come per i grandi progetti infrastrutturali, è organizzata dalle autorità locali e sotto diverse forme, spesso combinate tra loro: inchiesta pubblica, studio d’impatto, riunione di quartiere.
L’obiettivo è quello di raccogliere le opinioni, i suggerimenti e le critiche degli abitanti
riguardo una questione precisa, dopo che questi ne siano stati informati.
La concertazione con i cittadini: dialogo e scambio di idee con le persone interessate da una decisione, prima che questa venga presa, laddove iniziativa e potere decisionale risiedono nell’autorità locale. Prevede una fase di dibattito attorno ai bisogni e le principali caratteristiche di un progetto, pensata per dare più spazio e margine di manovra agli abitanti.
Il sistema politico-amministrativo costituisce “antenne” sulla società per spiegare la sua strategia, raccogliere le reazioni della società a riguardo e farla accettare. La concertazione si oppone quindi ad un sistema decisionale unilaterale, ponendosi come associazione di persone interessate al processo decisionale nel suo insieme. La concertazione consiste, in teoria, in un certo grado di condivisione di potere tra amministrazione ed abitanti dell’Ente. I poteri pubblici riconoscono a questi ultimi un certo spazio per le questioni che li riguardano.
La coproduzione di azioni/risultati con i cittadini:
partecipazione-partenariato volta all’elaborazione di un progetto, dalla decisione all’attuazione. Nel partenariato amministrazione e cittadini, giocano entrambi un ruolo a pieno titolo. Partendo da un foglio bianco si definiscono insieme le priorità d’azione, si elabora congiuntamente un programma, si disegna un progetto condiviso.
La coproduzione prevede il coinvolgimento degli abitanti alla pari dei poteri locali.
A questi vengono infatti riconosciute competenza e conoscenza del territorio, che possono chiarire la visione.
Dinanzi alla sfida proposta da un tale processo, è importante stabilire sin dall’inizio le regole del gioco: identificare le decisioni chiave e quelle secondarie, organizzare la squadra di progetto, definire le modalità di accordo (laboratori pubblici, visite esplorative, tavole rotonde…).
5. La decisione dei Cittadini: processo che consiste nell’affidare ai Cittadini o a un gruppo di
cittadini le scelte indicate. È, ad esempio, il caso di referendum, di Task forces incaricate, del budget partecipato.
IL MODELLO CIVICRATICO
Molto al di sopra di questi cinque crescenti gradi di partecipazione vi è ovviamente il pieno passaggio
al Modello Civicratico con Procedure partecipative e meritocratiche
ove ognuno può dimostrare totalmente la capacità e l’impegno nello svolgere davvero funzioni pubbliche e non solo di essere cooperatore esterno.
Dott. Raffaele Di Benedetto
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