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PERCHE SCOMPAIONO I BAMBINI??

Pochi giorni fa, il 25 maggio, si è celebrata la Giornata internazionale dei bambini scomparsi. Tale giornata nasce per ricordare la scomparsa del piccolo Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979 e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, lanciando un messaggio di solidarietà e speranza ai genitori che non hanno più notizie dei loro bambini. E le forze dell’ordine e le organizzazioni non governative di diversi Paesi organizzano ogni anno eventi e convegni per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esigenza di sviluppare nuove e più efficaci forme di collaborazione e di coordinamento per proteggere i bambini ed evitare scomparse e rapimenti.

Per questa occasione, il Viminale, il Telefono Azzurro, il GMCN (Global Missing Children Network), hanno elencato i propri tristi dati. E questi non sono per niente entusiasmanti. Il prefetto Vittorio Piscitelli al Viminale ha presentato il dossier annuale che si basa sulle informazioni fornite dalla Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza. Si tratta ormai di vera emergenza: oltre 38.000 i bambini stranieri scomparsi in Italia, con un aumento nell’ultimo anno di ben il 12,56%. Il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, parla con molta superficialità “di un dato strutturale ed in continua crescita, in parte legato ai significativi aumenti dei flussi migratori” e con un inaudito dilettantismo spiega come “con persone per le quali l’Italia non è la destinazione finale, si perdono per strada”. Anche per i bambini italiani scomparsi, che passano complessivamente da 2.167 a 2.306, con un aumento del 6,41%, vale lo stesso ragionamento?

I dati del Telefono Azzurro cercano di comprendere anche qualche causa: “Il 2017 è stato uno degli anni più drammatici dall’attivazione del servizio 116.000, con 3,5 denunce a settimana (il primato fu raggiunto nel 2016, con il tragico bilancio di 4,5 scomparsi ogni 7 giorni). Il 64,5% delle segnalazioni riguardano la scomparsa di minori non accompagnati, giunti in Italia per sfuggire a povertà, guerra e situazioni d’emergenza. Un fenomeno in costante crescita che dal 2009 sembra non volersi arrestare. La fuga da casa, ovvero i casi di minori e adolescenti fuggiti da contesti familiari caratterizzati da abuso e violenza, ha un’incidenza del 12,4% e rappresenta la seconda causa di sparizione”.

Ancora il Telefono Azzurro cerca di dare anche i numeri dei casi risolti che purtroppo rimangono ancora molto pochi: “Un vero e proprio esercito di bambini invisibili: oltre 3 segnalazioni di scomparsa a settimana solo nel nostro Paese. Bambini e adolescenti dei quali si sono perse le tracce e di cui probabilmente non si saprà mai più nulla. Dei 177 casi gestiti da SOS Il Telefono Azzurro Onlus nel 2017 solo il 16,9% si è risolto positivamente, ciò significa che circa 147 minori nell’ultimo anno sono stati uccisi o coinvolti nei circuiti di sfruttamento sessuale e di lavoro minorile, senza considerare quelli per i quali non è stata fatta nessuna segnalazione”.

Si può ovviamente comprendere come i dati siano sempre forme grezze di conoscenza, ma ci troviamo di fronte a numeri angoscianti che non danno risposte e soprattutto non riescono a rendere giustizia sulla questione principale e cioè sul perché i bambini scompaiono. Certo che affermare che si perdono per strada, come il sottosegretario sopra citato, significa dare un colpo basso alla causa. Ma a gridare il drammatico scandalo sono le cause indicate da Telefono Azzurro e cioè uccisioni, sfruttamento, lavoro minorile.

Ci troviamo di fronte a un fatto inaudito. Queste notizie dovrebbero passare sui notiziari ogni giorno, ogni ora, eppure se ne parla in pochissime occasioni e soprattutto le istituzioni non brillano nel cercare di tamponare le falle di una struttura di sicurezza e di lotta alla criminalità, che non può fermarsi solo sugli eventi delittuosi di terroristi o di omicidi-suicidi di adulti. Sono 3,5 eventi di scomparsa minorile ogni settimana e se ne parla solo una volta all’anno, o quasi. Inoltre, non sono mai contemplate tutte le cause, tra cui la più tragica rimane quella del traffico di organi, ma non si cita neanche lo scandalo delle scomparse che avvengono nei centri di accoglienza governativi (5.170 solo nel 2017).

È tempo, dunque, di dare nuova visibilità e voce a questi tragici episodi e di essere noi stessi la sicurezza per qualsiasi piccolo che incroceremo sulla nostra via. Domandò un giorno Caino al Signore: “Sono forse io custode di mio fratello?”.

Sì, noi lo siamo.

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