Presunti falsi alla mostra di Genova
A dare scalpore, cento anni fa, furono i nudi: la presenza dei peli fu l’oggetto della contestazione del commissario della gendarmeria di Parigi, mentre chiudeva, prima del tempo, la prima personale di Modigliani alla Galleria Weill . La storia, oggi, si ripete. L’esposizione al Palazzo ducale di Genova, infatti, chiude con due giorni di anticipo ma per motivazioni differenti : accuse di un allestimento definito approssimativo, didascalie errate, informazioni biografiche poco precise, ma soprattutto 13 opere che si sospetta essere false. Nemmeno un bambino avrebbe autenticato le medesime, al dire di Pepi , collezionista toscano e grande esperto delle opere di Dedo che, già nel 1984, era stato tra i pochi a definire false le teste della celebre beffa dei ragazzi livornesi, nella quale erano caduti importanti critici d’arte. Da quel momento è iniziata una storia simile ad un thriller, con un’inchiesta dei carabinieri contro il comune di Livorno, che chiede la restituzione dei dipinti che ha prestato alla mostra, inaugurata a marzo. Ma ora c’entrano anche i tribunali : ci sono tre indagati per falso di opere d’arte, truffa e ricettazione, mentre 21 opere sono state sequestrate per effettuare alcuni rilievi scientifici. Così Palazzo Ducale, dopo una prima difesa d’ufficio, si dice parte lesa. Non potevamo non diffondere una notizia del genere! Il patrimonio artistico/culturale è un arricchimento per l’umanità e va, ad ogni costo, salvaguardato. Noi di Unione Civicratica saremo qui pronti a raccontare gli sviluppi di questa vergognosa, quanto comica, vicenda.
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