Gli addetti alle strutture penitenziarie, nell’adempimento dei loro compiti, hanno il sacrosanto dovere di vigilare sull’incolumità di qualsivoglia detenuto. Che dire allora se questa incolumità è compromessa proprio dalla stessa struttura penitenziaria? Le pagine dei quotidiani, purtroppo, riportano più d’un caso di decesso di detenuti, poco chiaro, allargando le maglie del quale emergono situazioni decisamente poco degne di una società civile.
Allora accanto a mamme, mogli e figli delle vittime di malagiustizia, chi può esserci se non chi rivendica i diritti del cittadino?
Ecco allora l’occhio sempre vigile di Civicrazia (di cui la Conferenza Nazionale dei Garanti dei detenuti è tra gli organismi partecipanti) a guardare dall’alto per reprimere le azioni più basse, e per liberare la verità dalla condanna dell’isolamento e dalle catene dell’oppressione.
Perché sia garantita la guardia al valore più importante, la vita, e perché non ci siano più prigionieri del silenzio.
(Francesca Toncli)
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