Ott 10, 2023 | Notizie | 0 commenti

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RIDURRE I DIVARI E SVILUPPARE COESIONE

 

RIDURRE I DIVARE E DEMOCRATIZZARE L’ACCESSO AI DIRITTI DI CITTADINANZA

L’analisi dei divari territoriali nel PNRR mette ancora una volta in evidenza le differenze, in verità non solo tra il Nord e il Sud Italia, riassumendo le evidenze salienti in 10 punti https://www.istat.it/it/files//2023/01/FOCUS_Divari_Mezzogiorno_PNRR.pdf.

La stessa dinamica vale anche su scala europea, se confrontiamo le macro-realtà urbane con i piccoli Comuni.Gli orientamenti strategici e tematici che le politiche comunitarie hanno voluto inglobare nelle missioni del PNRR partono, però, con il piede giusto: ridurre il gap tra i territori sul piano della coesione socio-economica e democratizzare l’accesso ai “diritti di cittadinanza”, questi ultimi molto spesso negati anche nelle forme più elementari. Un accenno positivo a quella prospettiva piena della Macroregione Mediterranea. Ma ai buoni propositi non segue la buona pratica!

 

QUELLA FAMOSA “PRIORITÀ 3” DEL PIANO.

Si tratta della “Riduzione dei divari e valutazioni previsionali di impatto per la parità di genere, generazionale e territoriale” prevista nel PNRR che stenta a decollare nelle aree interne e nei piccoli Comuni per mancanza di personale e competenze professionali adeguate.

Si tratta di un limite dovuto alla classe politica per non aver saputo attuare misure di semplificazione e formazione amministrativa realmente efficaci. Se ne parla dagli anni Novanta del secolo scorso, cercando di spremere risorse di qua e di là, creando sovente solo danni e ulteriori ritardi.

 

UN PROBLEMA DI FORMAZIONE E OPERATIVITÀ NEI TERRITORI

Sono quattro i temi-chiave che studiosi e tecnici di sviluppo e coesione territoriale pongono come motore di ripresa e resilienza:

  1. il miglioramento del PIL pro-capite (fig. 1) attraverso lo sviluppo delle performances dei sistemi produttivi locali;
  2. la valorizzazione del ‘capitale umano’, partendo dal “livello d’istruzione” e dalla qualità della formazione continua e tecnico-professionale;
  3.  la creazione di opportunità lavorative per i giovani (fig. 2);
  4. la gestione della propensione migratoria in entrata ed uscita.

Tutto ciò vale per la “riduzione dei divari” e va correlato con l’altra direttrice, quella dei “diritti di cittadinanza”, gestita dalla Pubblica Amministrazione e dalla Classe Politica e che va subito ricondotta all’approvazione della varata Strategia della Macroregione Mediterranea con l’attuazione dei suoi Pilastri.

 

CITTADINI DI QUALE EUROPA?

L’impianto strategico del PNRR mette al centro il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni che dovrebbero avere le capacità tecniche, professionali, amministrative e tecnologiche per attuare una vera e propria rivoluzione, capace di rendere i cittadini europei uguali tra loro nella fruizione della cosa pubblica: reti digitali, reti idriche, reti dei trasporti, servizi di istruzione, servizi per l’infanzia, servizi sanitari.

Un sogno che sta scritto nel denaro sonante messo a disposizione dalla Commissione Europea.

Tale denaro, per non diventare una “spesa” da appioppare alle future generazioni, dovrebbe essere inteso come “investimento” da far partire dal basso, ovvero da quei mille universi territoriali che costituiscono la pluralità di culture e risorse materiali e immateriali e che devono interagire con benefici effetti reciproci in Europa e nella Macroregione Mediterranea.

 

Giuseppe F. Zangaro

 

DIDASCALIE:
Fig. 1: Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite a prezzi correnti nelle regioni italiane, 2021 (fonte: I divari territoriali nel PNRR, Istat, gennaio 2023).
Fig. 2: Tasso di occupazione giovanile in % (25-34 anni), 2021 (fonte: I divari territoriali nel PNRR, Istat, gennaio 2023).

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