Tempo di lettura: 8 minuti

RIFORMARE I GIUDICI DI PACE

Nel sistema giudiziario italiano, il Giudice di Pace svolge un ruolo fondamentale, rappresentando un presidio di giustizia di prossimità che dovrebbe garantire risposte rapide ed efficaci alle controversie minori. Tuttavia spesso ci si imbatte in una realtà fatta di arbitrarietà e incompetenza, dove le decisioni vengono prese non secondo la legge, ma secondo una personale e distorta interpretazione della stessa. A fronte certamente di  tanti Giudici di Pace preparati coscienzosi, questo comportamento arbitrario e trasandato non solo mina i principi costituzionali, ma lede anche il diritto alla difesa, creando un clima di ingiustizia che non può essere tollerato.

 

Il Tradimento dei Principi Costituzionali

L’articolo 24 della Costituzione italiana è chiaro: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi“. Tuttavia, quando il Giudice di Pace agisce arbitrariamente, questo diritto viene brutalmente violato.

L’articolo 111 della Costituzione stabilisce che “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a un giudice terzo e imparziale“. Ma cosa succede quando questo giudice, lungi dall’essere imparziale, decide seguendo una propria visione personale della giustizia?

È inaccettabile che in un sistema democratico, che si basa sul rispetto della legge e sulla tutela dei diritti, vi siano giudici che interpretano le norme secondo il proprio “capriccio”.

Vi sono numerosi esempi, come vedremo a breve, di sentenze emesse dai Giudici di Pace che ignorano completamente la giurisprudenza consolidata, emettendo all’uopo decisioni senza alcun fondamento giuridico. Questo non solo viola il principio di legalità, ma rappresenta un vero e proprio tradimento del mandato costituzionale.

 

Esempi di ingiustizia

Consideriamo alcuni casi emblematici: sentenze che, in barba alle norme, hanno visto la condanna di parti senza un adeguato contraddittorio; decisioni che non hanno tenuto conto delle prove presentate, basate su pregiudizi o su una totale mancata comprensione delle questioni giuridiche coinvolte. Questi episodi non sono solo errori giudiziari, ma veri e propri abusi di potere che danneggiano irreparabilmente la fiducia dei cittadini nella giustizia.

I continui errori giudiziari  sono casi eclatanti e riguardano diversi mandamenti:

– GdP di Marigliano: un giudice, alla prima udienza, preso atto che nel fascicolo mancavano le produzioni delle parti rinviava l’udienza ai sensi dell’art. 320 c.p.c.;

alla successiva udienza, pur mancando nuovamente le produzioni della parte istante, il Giudice di Pace fissava l’udienza per la prova testimoniale e congiuntamente per la ricostruzione del fascicolo.

A voi le conclusioni.

 

Mancanza di controlli negli uffici giudiziari

Altro dato significativo e allarmante riguarda la mancanza di controlli a tappeto negli uffici del giudice di pace, che espone a rischi significativi, tra cui il potenziale accesso non autorizzato, la minaccia di violenze o aggressioni, la presenza di armi o sostanze illegali e la possibilità di interferenze con il corretto svolgimento delle udienze.

Queste vulnerabilità compromettono l’integrità del processo giudiziario e mettono a rischio la sicurezza e la fiducia delle persone coinvolte nel sistema.

Dal punto di vista etico, la sicurezza giudiziaria è intrinsecamente legata alla tutela della dignità umana, alla giustizia e alla protezione dei diritti fondamentali.

Garantire un ambiente sicuro negli uffici del giudice di pace non è solo una questione di conformità normativa, ma una manifestazione tangibile dei valori etici che sostengono il sistema giudiziario. Il fallimento nel garantire tali standard mette in discussione l’integrità e la credibilità stessa della giustizia.

 

Le conseguenze di un sistema fallace

Come si è detto, l’arbitrarietà nelle decisioni dei Giudici di Pace ha conseguenze devastanti. Innanzitutto, costringe le parti a ricorrere in appello, intasando enormemente ed ulteriormente gli uffici e prolungando i tempi di giustizia.

Inoltre, questa problematica crea un inevitabile clima di sfiducia nelle istituzioni, dove i cittadini si sentono abbandonati e impotenti di fronte a decisioni ingiuste. Questo deterioramento della fiducia mina le basi stesse dello Stato di diritto e della coesione sociale.

 

Necessità di riforma e rigorosa vigilanza

Per ristabilire la fiducia nella giustizia, è imperativo adottare misure drastiche e immediate come, ad esempio:

1)    Formazione continua ed obbligatoria: i Giudici di Pace devono essere sottoposti ad una formazione giuridica continua e rigorosa, per garantire che siano sempre aggiornati sulle evoluzioni normative e giurisprudenziali;

2)  Controllo e valutazione strutturata: deve essere introdotto un sistema di controllo e valutazione della qualità delle decisioni emesse, dei rinvii disposti e da tutte le attività poste in essere dagli stessi Giudici di Pace, con sanzioni aspre e severe per coloro che mostrano incompetenza o arbitrarietà;

3)   Trasparenza nella nomina: la procedura di nomina dei Giudici di Pace deve essere rivista per privilegiare la competenza e l’esperienza, eliminando le influenze esterne e politiche;

4)  Promozione del contraddittorio e del rispetto delle regole: deve essere garantito che ogni procedimento si svolga nel pieno rispetto del contraddittorio e delle norme costituzionali e processuali, assicurando che le decisioni siano basate su fatti e prove concrete.

 

Urgenza della riforma 

Il sistema giudiziario non può permettersi di essere minato dall’incompetenza e dall’arbitrarietà di chi dovrebbe garantire la giustizia. È necessario un intervento organico immediato e deciso per restituire dignità e credibilità alla figura del Giudice di Pace, assicurando che ogni decisione sia presa secondo la legge e nel pieno rispetto dei diritti costituzionali.

Per affrontare, inoltre, la mancanza di controlli a tappeto negli uffici del giudice di pace, è necessario una vigilanza di Prefetture e Questure e decisi interventi delle Forze dell’Ordine,

Riccardo Vizzino, Avvocato,

Responsabile Nazionale di Civicrazia contro  truffe e abusi

Articoli Correlati

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *