Gen 22, 2018 | Notizie | 0 commenti

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Sculacciate sul luogo di lavoro: altro che goliardia!

Sculacciate sul luogo di lavoro: altro che goliardia!
 

Come si fa a non inorridire quando si legge un titolo come questo: “Sculacciate in ufficio, per pm e giudice “non è molestia, ma goliardata”. Indagine archiviata – Vicenza: tre schiaffi sul sedere dati dal suo capo a una dipendente mentre passava tra le scrivanie. Il fatto risale al 2014. La procura: gesto cameratesco”? Dunque, ad un datore di lavoro o ad un superiore nell’ambito di un ufficio o struttura aziendale è concesso percuotere la parte bassa del corpo di una donna. Per goliardia, per spirito cameratesco. Il fatto è raccapricciante.La scena sembra essere questa: un superiore colpisce con tre sculacciate sul sedere un’impiegata di 40 anni, davanti agli altri lavoratori, mentre passava tra le scrivanie, accompagnando il gesto con frasi del genere “muoviti, finisci quella pratica”. Il commento dei colleghi interpellati è a dir poco discutibile. Essi, infatti, escludono si possa parlare di morbosità, violenza o punizione, bensì soltanto “di un gesto goliardico per invitare la segretaria ad essere veloce nelle pratiche”. Come si fa con i cavalli quando li si induce al galoppo. L’art. 571 del codice penale considera penalmente rilevante l’abuso dei mezzi di correzione e disciplina, in quanto la ratio è quella di tutelare evidentemente un sacrosanto diritto della persona che è quello dell’incolumità psicofisica e in definitiva della dignità. Ora, nel caso di cronaca, sembra si possa riscontrare la violazione sia dell’uno che dell’altro bene.  La goliardia, semmai, il superiore la eserciti su chi ne esprima il consenso. Peraltro, ci sono ben altri modi per sollecitare l’efficienza su un luogo di lavoro perchè non c’è nessun nesso, semmai soltanto abuso, tra chiedere il disbrigo di pratiche d’ufficio in tempi ragionevolmente spediti e reiterate  “manate” su un sedere, maschile o femminile che sia. Quale cultura è sottesa ad una tale manifestazione e soprattutto  alla decisione della procura di Vicenza? Con rammarico si constata che è stato azzerato il dettato costituzionale, nella parte che tutela i diritti personali, e nella parte che dice che spetta alla Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.

Nella vicenda in questione, a parte l’offesa, si registra un ennesimo attacco alla civicrazia.

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