Dic 20, 2022 | Notizie recenti | 0 commenti

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“Segnalate il mancato rispetto di dati sanitari. Basta con tali situazioni indecorose”

Recandomi allo studio del mio medico di base, che lo condivide con altri medici, ho dovuto assistere a situazioni indecorose: uno dei medici riceve i pazienti a porta aperta e si sente tutto ciò che dottore e paziente si dicono.
Questa situazione è insopportabile e molto imbarazzante. Il paziente non è assolutamente rispettato come persona, né viene rispettata la sua privacy.
Inoltre, sentire tutti i particolari delle malattie, addirittura carcinomi, dei diversi pazienti e tutte le situazioni particolari mette davvero molto a disagio.
Quando il paziente esce, c’è molto imbarazzo sia da parte di chi è in attesa che da parte del paziente che ha fatto la visita.

Un giorno non ce l’ho fatta più, mi sono alzata, ho chiuso la porta, dicendo che la dovrebbe tenere chiusa per la privacy. Il dottore è uscito indignato, dicendomi che non mi trovavo a casa mia e non avevo il diritto di dettare legge. Mi sono arrabbiata e gli ho detto che se non avesse chiuso la porta avrei chiamato il dirigente della Asur. A questo punto l’ha chiusa.

Eppure, dopo questo episodio, quando torno in ambulatorio, la porta è ancora sempre aperta e, quando i discorsi si fanno un po’ compromettenti, mi alzo chiudo la porta, dicendo: “Dottore, chiudo la porta perché si sente tutto”.

Inoltre il dottore, sempre con la porta aperta, comunica con altra dottoressa dal suo studio senza alzarsi a voce alta e la dottoressa gli risponde anche lei dal suo studio, parlando di diagnosi, medicine… riferite a pazienti. Essendo sempre la porta aperta, anche quando squilla il telefono e il dottore risponde, si sente tutto: nome, cognome, patologia e relativa diagnosi e altro.
Anche quando è il dottore che chiama avviene la stessa cosa. A volte addirittura mette anche il viva voce.
Ora ho esposto quanto è successo in mia presenza nello studio di questo medico perché – per questione di giustizia, rispetto delle persone, professionalità, privacy… – casi del genere devono finire e si devono segnalare perché ogni cittadino che entra in una struttura sanitaria per visite, esami o ricoveri, necessita di garanzia di assoluta riservatezza, nel rispetto dei suoi diritti fondamentali e della sua dignità, come prescrive la normativa in materia di protezione dei dati personali.
Sinceramente dobbiamo temere e segnalare un medico che si comporta in questa maniera perché induce a pensare che non lavora per il bene delle persone.
Ho segnalato al Consiglio dell’Ordine.
Spero che questo scempio possa terminare e invito tutti a segnalare vicende simili.

Prof.ssa Giancarla Perotti, Responsabile della provincia di Ascoli Piceno di Civicrazia e ANDCI

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