La storia della disabilità: il passato per capire il presente.
La disabilità non è rimasta sempre uguale nei secoli.
Il concetto di persona con disabilità è cambiato più volte, passando dall’essere un difetto o una causa di discriminazione, addirittura questione eugenetica, per diventare poi una sfida a creare un mondo più inclusivo.
Per questa ragione è utile fare un riassunto della storia della disabilità.
Il passato serve infatti a capire il presente.
DISABILITA’ NELLE EPOCHE PASSATE
Fin dai tempi più antichi, la disabilità è stata considerata un difetto.
Iniziamo dall’età greco-romana quando l’importanza di un corpo perfetto aveva un ruolo centrale nella definizione dell’identità di un individuo. Di conseguenza, una persona le cui caratteristiche fisiche non rispecchiavano i canoni prestabiliti era considerata inferiore. E pensiamo a quanto sia persistente di fatto questa visione.
Non c’era spazio per le persone con disabilità. Anzi erano un capro espiatorio su cui venivano addossate le colpe di eventi naturali distruttivi.
La disabilità è stata anche considerata come una giusta punizione divina. Il bambino con disabilità era figlio del peccato, il frutto di una sessualità sbagliata.
E indovinate su quale genitore ricadeva la colpa? La donna, ovviamente.
Questo male poteva essere affrontato e superato solo grazie alla fede e alla misericordia divina. Il passo da qui alla diffusione di quel sentimento di compassione verso le persone con disabilità è breve: soggetti deboli e sfortunati nei cui confronti si sviluppano comportamenti pietistici. Molto diffusi e forti ancora oggi.
Dalla pietà si passa poi alla medicalizzazione: l’obiettivo è escludere le persone con disabilità dalla società. Vengono così rinchiusi in manicomi o ospedali.
DISABILITA’ NELL’EPOCA ATTUALE
Quello che accade dopo la rivoluzione industriale è cruciale: la disabilità diventa una questione sociale. L’utilizzo di nuovi mezzi causa invalidità fisica e chi non può tornare a lavorare è condannato a una posizione socialmente marginale. Si diffonde la narrazione secondo la quale solo chi partecipa pienamente alla produttività della società è considerato “normale” e meritevole di farne parte.
Questo ideale di perfezione trova la sua massima manifestazione in uno dei periodi più bui della storia moderna: il nazismo?.
Il genocidio nazista cominciò proprio dalle persone con disabilità. L’obiettivo era eliminare la disabilità ricorrendo a diverse modalità: sterilizzazione degli adulti, eutanasia dei bambini, lavoro nei campi di concentramento. Le vite di persone con disabilità erano considerate vite indegne di essere vissute.
DISABILITA’ AL GIORNO D’OGGI
Successivamente, avviene un cambiamento significativo. Siamo negli anni ‘70 quando iniziano ad affermarsi i diritti inalienabili delle persone con disabilità in diversi ambiti, dall’educazione al lavoro.
Nella società odierna, per disabilità si intende una normalità particolare, caratterizzata da criticità, ma, soprattutto, da punti di forza. Per questa ragione si deve parlare di persona con disabilità: la disabilità è una condizione temporanea che la società ha il dovere etico e morale di rimuovere, creando un contesto accessibile.
Si cerca così di creare un mondo il più inclusivo possibile, istituendo la Giornata mondiale della disabilità (il 3 dicembre) e premi europei come l’Access City Award. Allo stesso modo, le legislazioni cercano di accelerare questo cambiamento culturale con misure promozionali.
DISABILITA’ NELLA SOCIETA’ TELEMATICA
Guardando al passato, abbiamo visto quanto sia cambiata la concezione della disabilità ma siamo ancora distanti dal pieno rispetto della persona con disabilità.
Ancora oggi alle persone con disabilità sono precluse diverse opportunità.
Una di queste è la fruizione di Internet a causa di problemi di accessibilità web.
Per garantire pari opportunità è necessario che anche Internet abbatta le barriere, non escludendo dalla comunicazione proprio le persone con disabilità che tanto possono contribuire per un mondo più giusto.
E’ impegno di tutti per una società più giusta.
Fabio Riccio
0 commenti