Napoli ha un primato. E’ la città con le tasse più alte d’Italia.
Un primato non troppo esaltante, quello della capitale partenopea, che costringe i propri cittadini ad una pressione fiscale da record.
Nel 2008 ciascun napoletano ha sborsato 388 euro, mentre nel 2009 si arriva alla bellezza – si fa per dire – di 453 con un più 64 euro.
Un vero e proprio salasso ai danni di quasi un milione di napoletani. Un aumento difficile da digerire, anche perché non collegato ad un miglioramento dei servizi. La vivibilità della città è peggiorata.
Mentre si torna a parlare di emergenza rifiuti – si era mai smesso? – , paradossalmente a minacciare il portafoglio dei cittadini partenopei arriva un aumento della TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani).
L’incremento medio è di circa l’8% per ogni abitante. Alla base del rialzo della tariffa vari motivi, tra cui l’altissima percentuale di evasione in Regione, che sfiora il 30%.
Cifre che non fanno onore ad una città già ricca di problematiche, come è Napoli. Lo scarica-barile tra Provincia e Comune non aiuta i cittadini, che si trovano stretti in una morsa di rincari.
Cosa possono fare i napoletani di fronte a questo stato di cose?
Per evitare il collasso dei contribuenti e che a pagare siano sempre e solo i cittadini, le oltre 4000 associazioni di Civicrazia con il contributo di singoli abitanti attenti al bene della città, hanno dato vita ad un programma concreto di miglioramento. NAPOLI INNANZITUTTO è espressione di un modello partecipativo che dà a tutti modo di far sentire le proprie legittime richieste.
(Caterina Bontempi)
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