I PARTITI FRA FERMENTI E SFIDUCIA
L’approssimarsi degli appuntamenti elettorali sta risvegliando i partiti, riattivando fermenti a volte sconosciuti.
Appare che si tratta di una rinascita il che rappresenterebbe una buona notizia. Ma dietro e dentro le sigle ci sono contenuti, proposte e voglia di impegnarsi per la comunità?
Certo è che i legami fra partiti e Cittadini non sono mai stati così inesistenti, la sfiducia verso i partiti non è mai stata complessivamente così grande e ogni iniziativa partitica appare solo strumentale.
LISTE CIVICHE, CREAZIONI PERSONALISTICHE
Presto milioni di Cittadini saranno chiamati alle urne e, come tradizione impone, si assisterà anche alla nascita di numerose liste civiche. Il tempo e le dinamiche locali hanno dimostrato che tali liste civiche spesso rappresentano esclusivamente creazioni personalistiche finalizzate alla raccolta di voti con la volontà di avere le mani libere e giocare al rialzo anche su più tavoli. Si tratta di un comportamento discutibile che, però, ha un tornaconto per coloro che se ne fanno interpreti. Abbiamo assistito a un’esplosione di liste con nomi fantasiosi, simboli bizzarri, colori accattivanti senza alcun valore sostanziale ma utili per rastrellare preferenze: scatole vuote create per affrontare appuntamenti con le urne. Molte volte nulla di funzionale per una reale crescita civica della collettività. Insomma, si è diffuso un malcostume che in assenza di regole chiare e di precisi paletti normativi, causa confusione, disordine e crescenti privilegi dei cacicchi, padri-padroni grandi portatori di voti ed interlocutori indispensabili per i candidati alla carica di sindaco o a quella di “governatore” (appellativo pomposo – e da rifiutare – per indicare i Presidenti di Giunte Regionali).
UNA NUOVA POLITICA
I partiti hanno oramai chiuse le sezioni.
Gli iscritti si devono accontentare di messaggi WhatsApp, di riunioni on line filtrate da smartphone e computer e di assistere impotenti agli organi di partito (che poi non decidono nulla, essendo tutto nelle mani di organi ristretti).
I social sono surrogati che mortificano la vera dialettica e la capacità di dialogare.
Oramai i cittadini si sono allontanati dalla vita pubblica e le formazioni storiche nate dopo la Seconda guerra mondiale si sono liquefatte, oppure hanno assunto sembianze artefatte frutto di un maquillage riuscito male.
Occorre, allora, oggi uno sforzo collettivo per ridare slancio e vitalità ai corpi intermedi e al loro ruolo per meglio affrontare le problematiche e le questioni irrisolte dei territori.
Una nuova politica, insomma.
E’ l’ora della Democrazia partecipata e meritocratica.
Pippo Della Corte
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