1. Che è successo, Lorenza? Come è iniziata la vicenda?
– Tutto si svolge in un palazzo di tre piani del 1700, a Catania, con pareti larghe un metro e soffitti alti 5 metri e mezzo. Nel 2001 siamo arrivati noi, madre, padre, due bimbi di 1 e 6 anni, che andiamo a vivere al secondo piano.
Appena ho aperto il B&B, due condomine hanno inoltrato denunce alla ex Provincia, al Comune, alla Polizia, ai Carabinieri, alla Finanza.
2. Che ha fatto il Comune?
– Non solo il Comune. Vi sono stati quarantadue controlli, di giorno e di notte. Hanno cercato prostitute, armi, droga, clandestini, ospiti irregolari, cibi avariati all’interno del frigorifero, qualcosa negli orli delle tende, all’interno dei materassi e dei cuscini, fra la biancheria. Persino nel piattino con il cibo che in quel momento un ospite stava consumando. Hanno bussato pure alla porta del bagno mentre un ospite faceva la doccia. Si sono spinti fino all’inverosimile: durante il funerale di mio padre mi hanno chiamata al telefono per dirmi che attendevano il mio rientro. E non solo, mi hanno fatto sospendere un ricovero ospedaliero per un intervento programmato per il giorno dopo, di conseguenza posticipato, per un controllo. Due, tre volanti dei Carabinieri o della Polizia parcheggiate sotto casa, per le segnalazioni che qualcuno aveva fatto alle Forze dell’ordine. Nessuna di queste MAI aveva trovato nulla di strano e di anomalo.
Nel 2011 riescono a farmi chiudere l’attività. Sono dovuta ricorrere al TAR perché il Comune di Catania, su provvedimento della Polizia amministrativa, ha verbalizzato la chiusura. Il motivo? Una serie di inesattezze e di incongruenze incredibili. Due esempi. 1) “Negli armadi delle camere c’erano gli effetti personali degli ospiti”, di conseguenza, si deduceva che avevo ampliato la capienza del B&B. Solo che nelle camere non esistevano neanche gli armadi… Erano due camere che stavo approntando per i miei figli e ancora incomplete. Fortunatamente dalle foto scattate in precedenza dalla Polizia municipale si deduceva esattamente il contrario. 2) Non avevo esibito l’autorizzazione dell’apertura dell’attività. Anche questa smentita dal fatto che nel primo verbale avevano inserito tutti gli estremi del documento da me esibito. Praticamente la stessa Polizia amministrativa smentiva sé stessa. Naturalmente il provvedimento di chiusura è stato dichiarato ILLEGITTIMO dal TAR.
3. Come hai reagito?
– In seguito alla chiusura del B&B, nel 2011, ho interessato anche le Iene che hanno fatto un servizio.
Durante il processo, era spuntata, dal nulla, una lettera anonima che segnalava alle Forze dell’Ordine la presenza nella mia struttura di clandestini, traffico di droga, armi e prostituzione. Si può per una lettera anonima subire tutto questo?
In verità il numero di fax da cui era stata diramata tale lettera anonimo era quello della Polizia e la data d’invio corrispondeva a quella del processo e non a quella dei controlli ricevuti.
4. Che è avvenuto dopo la sentenza del TAR’
– Il B&B ha riaperto i battenti ma continuo a subire persecuzioni.
5. Altri punti rilevanti?
– Ho subito circa dodici procedimenti, fra civili e penali, sostenendo spese enormi. Ma la situazione non accenna a finire. Sono stata travolta da un uragano.
6. Ora come è la situazione?
– Dopo un processo penale nel quale le imputate sono state dichiarate dal giudice “colpevoli di quanto ascritto”, le sorelle sono andate in appello, conclusosi con l’assoluzione delle signore.
7. In tutto questo, l’aspetto economico e psicologico?
– L’aspetto economico e psicologico? Un disastro, costretta a continue spese processuali, di salute e ricoveri ospedalieri. Nei referti medici è scritto: “In atto la perizianda riferisce depressione, ansia, disturbi del sonno con ripetuti risvegli notturni e difficoltà dell’addormentamento, crisi di pianto immotivato, vertigini che si presentano improvvisamente determinando perdita di equilibrio, cefalea con fotofobia maggiormente presente al risveglio, turbe caratteriali con riscontro di una maggiore tendenza all’irritabilità, crisi tachicardica ed ipertensive, colon irritabile”.
8. Cosa pensi tu, Lorenza, di tutta questa storia?
– È una vicenda che si commenta da sé. Continuo a credere nello Stato di diritto, ma nel mio caso tanti diritti sono stati lesi, con conseguenze devastanti sotto tanti punti di vista. Spero solo che tutto si risolva al più presto con la restituzione dei miei diritti e della mia stessa vita.
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