image_6487327 (5) (1)
Tempo di lettura: 8 minuti

VALORIZZARE I BENI CULTURALI

ITALIA PATRIMONIO NEL MONDO

In tempi di ristrettezze economiche,  dovrebbero spingere a puntare  su ciò che si ha in abbondanza: nel nostro caso, i beni culturali.

Con il primato internazionale per numero di siti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità (54 in totale, di cui 49 a carattere culturale e 5 naturale) e una posizione geografica che fin dall’antichità l’ha arricchita di storia e arte, l’Italia è la culla di un valore inestimabile in termini culturali. Ma potenzialmente anche economici: per ogni euro prodotto dalla cultura in Italia ne genera 1,8 in altri settori.

 

DATI TURISMO IN ITALIA: BUONI

Nonostante gli scarsi investimenti da parte del settore pubblico, i dati del turismo in Italia sono più che positivi.

Gli arrivi dei turisti internazionali sono in crescita e il nostro Paese è quinto nella classifica mondiale delle mete più richieste. I musei, tra pubblici e privati, sono poco meno di 5mila, e di questi oltre il 70% ha sede in un edificio di interesse storico o artistico. I visitatori di musei, monumenti e aree archeologiche statali sono in aumento di circa il 7%.

Queste cifre possono crescere ancora, per esempio adeguando il materiale informativo presente nei musei e la formazione del personale, che oggi è in grado di fornire al pubblico di turisti stranieri informazioni in inglese nel 60% dei casi, ma solo nel 31% circa in lingua francese, nel 13,5% in tedesco e meno dell’1% in arabo, cinese e giapponese.

 

MANCANZA DI OPERATORI E INFRASTRUTTURE OBSOLETE

Un’altra debolezza del settore in Italia è la mancanza di impiegati nel settore: molte realtà sopravvivono grazie al lavoro dei volontari: se ne trovano in quasi la metà degli istituti museali italiani.

Un altro punto debole del sistema culturale italiano sono le infrastrutture obsolete. Dalle poche didascalie in braille (in un quinto dei musei sono presenti materiali e supporti informativi specifici, come percorsi tattili o pannelli per i non vedenti) alle chiusure per incuria, arrivando ai periodici crolli negli scavi di Pompei e Ercolano (che pure è tra i siti più visitati in Italia), sono molti i modi in cui non viene garantito l’accesso a siti archeologici, musei e luoghi di cultura.

 

INTERVENIRE A FONDO

Per potenziare questo meccanismo servono adeguate strutture di qualità, per attirare turismo culturale con un’offerta solida e variegata, affinché la ricchezza generata da un bene torni al territorio.

L’Italia non può limitarsi a essere la “sede passiva di tante meraviglie”: i beni culturali necessitano di un salto di qualità.

Occorre presto il punto complessivo sul necessario salto di qualità:

–  per tutela, conservazione e valorizzazione tramite interventi diretti, come il restauro e la manutenzione,

– e per interventi indiretti, come l’approfondimento e la diffusione della conoscenza di un’opera o di un sito e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Fabio Riccio

Articoli Correlati

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *