Abusi sessuali su una paziente durante il ricovero, operatore sanitario condannato
Ad essere vittima questa volta è una donna ospite di una struttura in cui convivono persone con disabilità intellettiva. L’operatore ha approfittato della fragilità di una signora sulla quarantina, con problemi fisici e mentali.
L’ha circuita, riuscendo a farla avere incontri sessuali con lui e con altre persone. L’uomo, sessantaquattro anni è stato condannato dal Tribunale a sette anni e due mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata.
Quando lavorava come operatore socio-sanitario in una struttura della città ha adescato un’ospite, una donna di cui avrebbe dovuto prendersi cura.
Prima, con attenzioni e gentilezze, ha ottenuto la sua fiducia. Poi gli abusi e non solo. L’ha anche convinta a partecipare ad alcuni incontri con altri uomini conosciuti online, su social e chat d’incontri.
Il pubblico ministero, in aula, ha parlato di casi di «sopraffazione psicologica». Gli abusi, come la vittima ha raccontato ai giudici, sono stati ripresi con foto e video. E gli scatti e i filmati caricati su siti web così sono stati poi dal violentatore condivisi con altre persone.
Il sessantaquattrenne avrebbe cercato di abusare anche di un’altra ospite della struttura. Ma la donna, spaventata, aveva denunciato tutto ai responsabili e la vicenda era finita al Palazzo di Giustizia.
Prevenzione sottofinanziata
Nel mondo ogni anno vengono uccise circa 45 mila donne. Nella maggior parte dei casi l’autore è un membro della famiglia.
In Italia, nel 2023, sono state uccise 108 donne, una ogni tre giorni.
Nel nostro paese sono quasi 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella loro vita (dati Istat) e, nel 2022, sono state più di 20 mila quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza (dati Rete Dire – Donne in rete contro la violenza) e oltre 30 mila le chiamate all’1522, il numero antiviolenza e stalking.
I governi però investono ancora troppo poco in prevenzione.
Tra il 2020 e il 2023 in Italia sono stati investiti circa 248,8 milioni di euro per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne, ma di queste risorse solo il 12% è stato utilizzato per la prevenzione. E nell’ultimo anno il governo ha ridotto i fondi destinati alla prevenzione del 70% (da oltre 17 milioni di euro a 5). È quanto emerge dal report Prevenzione Sottocosto pubblicato il 13 novembre 2023 da ActionAid.
Il rafforzamento del Codice Rosso
Il più rapido tra gli interventi in campo è un pacchetto di misure. Alla Camera è stato approvato all’unanimità, e la Commissione Giustizia del Senato, il 21 novembre, ha votato all’unanimità il mandato al relatore di riferire in Aula: il ddl è stato approvato il 22 novembre in una votazione-lampo all’unanimità.
Il pacchetto prevede diverse misure, volte da un lato a rafforzare gli strumenti di prevenzione come l’ammonimento e il braccialetto elettronico, applicandoli anche ai “reati spia”, in modo da eradicare la violenza sul nascere, evitando del tutto che degeneri nelle estreme conseguenze; dall’altro lato, si punta ad aumentare la tutela delle vittime.
Tra le misure ci sono:
– Tempi stringenti per la valutazione del rischio da parte della magistratura e per la conseguente eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari
– Arresto in flagranza differita
– Nuove regole per favorire la specializzazione dei magistrati e la formazione degli operatori che entrano in contatto con le vittime
– Una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime
– Allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dei casi di flagranza
– Rafforzamento degli obblighi di comunicazione alla persona offesa.
Civicrazia sottolinea che la violenza contro le donne è una grave problema in Italia, come in molti altri paesi nel mondo. Le donne sono spesso vittime di violenza fisica, sessuale e psicologica, che può avere conseguenze devastanti per la loro vita e il loro benessere.
Per contrastare la violenza di genere c’è bisogno di un’urgente e permanente educazione al rispetto, di operatori specializzati e di una comunicazione a tappeto sui servizi di aiuto.
Eleonora Aleo
0 commenti